conversazione

La massima rapidità? La velocità di conversazione.

La velocità di conversazione, ovvero la velocità con cui replichiamo in una conversazione, è la reazione più rapida che possa avere un essere umano. Prendete un centometrista alle Olimpiadi, si allena da una vita a reagire immediatamente al colpo di pistola, preceduto dal classico 3 … 2 … . Risultato? Non potrà essere tanto veloce quanto la replica in una normale chiacchierata.

La ricerca sulla velocità di conversazione

Stephen Levinson, psicolinguista del Max Plank Institute ha condotto uno studio sui “turni” nella comunicazione a due o più persone. Lui e i suoi colleghi hanno registrato le chiacchiere  casuali tra due o più persone in giro per il mondo: USA, Italia, Olanda, giappne, Papua Nuova Guinea, Messico, e vari gruppi etnici molto isolati. Il tutto per scoprire se i diversi popoli avessero tempi diversi nella velocità di conversazione. I risultati hanno confermato grandi differenze, ma anche una sostanziale analogia.  In ogni caso stiamo considerando dei tempi incredibili, infatti mediamente la replica avviene in di 200 millisecondi, media tra valori bassi quasi 500 ms per i danesi e i fantastici sette ms dei giapponesi!. Già avremmo bruciato il nostro

velocità di conversazione

recordman e lo facciamo tutti e con gran naturalezza. Il risultato è ancora più sorprendente considerando che per richiamare una parola dalla memoria e iniziare a verbalizzarla di mettiamo 600 ms, per verbalizzare una frase breve e semplice ci mettiamo 1500 ms. Insomma nelle conversazioni reagiamo alla massima velocità fisicamente possibile, anzi di più.   Per reagire così velocemente, tanto che le sovrapposizioni sono per la maggior parte dovute ad un prolungamento dell’ultima sillaba della persona con cui stiamo parlando,  bisogna che si compiano tre sforzi significativi. Prima di tutto adottiamo un sofisticato modello predittivo che ci fa capire in anticipo quando sta per arrivare il nostro turno, secondo iniziamo a organizzare la risposta prima che l’interlocutore abbia finito la frase, terzo mente, inconsciamente, prepariamo la risposta continuiamo ad ascoltare.

Conseguenze pratiche

Anche se lo studio non ha alcuna finalità oprativa, a mio parere si possono trarre alcune conclusioni:

  1. Per richiamare l’attenzione basta una pausa di almeno mezzo secondo, in ogni caso una silenzio superiore a quello a cui siamo abituati dalla velocità di conversazione.
  2. È perfettamente inutile pensare coscientemente alla replica, come quando siamo in ansia, con il rischio di non riuscire più ad ascoltare. Lo facciamo già subconsciamente senza distrarci e continuando ad ascoltare
  3. Nelle aule con partecipanti di diversa provenienza geografica bisogna fare molta attenzione per adattarsi i diversi tempi di reazione senza dare inutili interpretazioni.  Come abbiamo visto un giapponese reagisce in un tempo 60 volte più veloce di un danese.

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Articolo originale pubblicato al prima volta su www.formatorionline.com

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