Il contatto fisico e i rapporti umani

Cosa c’entrano il contatto fisico e i rapporti umani? Durante la formazione facilitatori di creatività, un collega a cui avevo chiesto come facesse a stabilire quando un gruppo era abbastanza coeso per affrontare delle sfide importanti, mi rispose “Basta che osservi a che distanza stanno fisicamente i membri del gruppo. Se si toccano facilmente e se gli esercizi e i giochi che lo richiedono vengono eseguiti senza sforzo, il team è maturo.

Ho iniziato ad occuparmi di formazione molti anni fa quando si usavano ancora i lucidi, le lavagne luminose, qualche esercizio intellettuale e nessuno fisico. I partecipanti stavano seduti al loro posto e i formatori davanti, in piedi tra lavagna a fogli mobili e luminosa e spesso dietro un tavolo. A mio parere il cambiamento più profondo non è stato il passaggio a power point o simili, ma il fatto che barriere fisiche sono state rimosse, l’interazione tra i partecipanti non è più stata solo intellettuale ma anche fisica: nei giochi, nelle esperienze outdoor o in molte esercitazioni.

Questa maggior interazione fisica tra i partecipanti e tra chi è in posizione di leadership e gli altri, non ha riguardato solo la formazione, ma anche il mondo dello spettacolo. Anche il mega concerto, che per motivi di visibilità ha bisogno non solo di un palco ben posizionato ma anche molto sopraelevato, vede cantanti, chitarristi e altri camminare, correre, suonare su corsie in mezzo al pubblico, come si vede nell’immagine sopra.

Contatto fisico e pandemia

Sto ragionando da un po’ su come sarà la formazione del prossimo futuro. Da molti punti di vista una formazione ibrida (formazione dal vivo con  contemporanea presenze in aula e in remoto) può raggiungere gli stessi obiettivi cognitivi di quella precedente il 2019, anzi oltre a raggiungere i medesimi obiettivi può indirettamente insegnare come integrare membri di un gruppo distanti fisicamente. E’ sul piano emotivo che bisogna ancora mettere a fuoco metodi e approcci perché la distanza fisica non sia d’ostacolo al benessere dei partecipanti.

Pensavo che riflettere su contatto fisico e rapporti umani fosse ritenuto generalmente irrilevante, quando ho trovato un publiredazionale del Corriere della Sera che riportava due studi della Nivea sull’importanza del contatto fisico (Status of Human Touch) e su come il distanziamento sociale lo ha influenzato (Human Touch Barometer Volume II – Touch in times of the pandemic).

Nonostante la chiara motivazione promozionale, lo studio appare vasto (11.000 interviste in  9 paesi), ben fatto e interessante. Diversi esperti elencano i benefici del contatto fisico:

  • Si rafforza il sistema immunitario e aumentano gli ormoni della felicità

  • Aumentano i battiti cardiaci e la pressione sanguigna si normalizza

  • Si riduce il livello di ormoni dello stress

  • Si riducono l’ansia e i sintomi della depressione

e viene quantificata la diminuzione di contatto fisico tra colleghi. Il 40% ne ha avuti meno da inizio pandemia. A occhio in Italia è andata peggio ma questi sono i dati globali, tanto e vero che l’86% degli intervistati italiani è in “deficit da abbracci”.

e la formazione?

Il fenomeno investe fortemente la formazione e non mi riferisco solo a quella esperienziale.

Credo che ancora non esistano risposte definitive, la formazione ibrida è solo agli inizi, anzi per molte realtà deve ancora cominciare, ma penso che si debba tenero conto di questo fattore, sottile ma importantissimo. Formatori e partecipanti hanno un corpo, il contatto fisico è importante ed è importante in particolare per la funzionalità armonica dei gruppi di lavoro e per il benessere delle persone. Nel formalizzare della formazione della nuova normalità è necessario ricordarselo e porsi degli obiettivi ambiziosi riguardo a questo tema, sarebbe un delitto formalizzare dei nuovi metodi di formazione che non ne tengano conto. Come dice la Proff.sa Tzipi Strauss commentando il rapporto citato:

Sono tempi traumatici e il virus non è un gioco. Troveremo il modo di connetterci e torneremo al contatto fisico appena possibile, perché connetterci attraverso il tocco è nella nostra natura.

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