Jeff Bezos

Corsi di Public Speaking, la bella sfida di formare a parlare in pubblico

Indipendentemente da quale sia l’orientamento di un formatore,: cognitivo, psicologico, esperienziale, formare a parlare in pubblico richiede una completezza di approccio che è veramente difficile da realizzare.

In pratica ci si confronta con  tre necessità:

  • la prima, che abbiamo ampiamente descritto nei precedenti articoli (vedi:  “i primi 10 secondi nel public speaking”,  “Public Speaking, come iniziare“, “Public Speaking: La struttura del discorso” Un altro modo di fare formazione per il Public Speaking“), si focalizza sulla struttura di quello che viene detto: l’ordine, la complessità, la comprensibilità e l’efficacia.
  • La seconda ha a che vedere con la gestione della paura, ancora oggi la paura di parlare in pubblico si mantiene saldamente al terzo posto, dopo la paura dei serpenti e prima di quella dei ragni.
  • La terza, ha a che vedere con l’oratore come strumento e veicolo del messaggio come usare il corpo e la voce: potenza, articolazione, uso dei toni.

Spesso questo tema viene affrontato nel peggiore dei modi, a forza di slide. Le slide sono utilissime. Descrivere a chiacchiere un grafico necessario è scomodo e inutile, nello stesso modo descrivere e far comprendere come andrebbe usata la voce o il corpo con un grafico è altrettanto inutile. Ci vogliono esperienza (lo devi saper fare),  esercizi e pratica. Spesso tengo i corsi di Public Speaking in doppia docenza con una ottima attrice e formatrice di attori, ma visto che il budget, il tempo o l’organizzazione a volte non lo concedono, penso che sia dovere di un formatore che si impegna su questo tema imparare e praticare  almeno gli esercizi base relativi all’uso della voce e del corpo.

Oggi però più che teorizzare vorrei mostrarti due video particolari che esemplificano gli effetti di uno sbilanciamento tra le tre abilità (testo, gestione della paura, non verbale e paraverbale), per farlo ho scelto due video di persone di grande potere che parlano in pubblico.

Il primo video è famoso, anche virale. Si tratta di un discorso di Luca Luciani, all’epoca Direttore Generale di TIM: nessuna paura, buona gestualità e uso della voce, il testo beh … incredibile! Linguaggio da carrettiere, e una interpretazione sui generis dello story telling visto che si parla della “grande vittoria di Napoletone a Vaterlo“. Per inciso, nessuno si preoccupi, non è stato licenziato per questa figuraccia internazionale, anzi promosso a dirigere  TIM Brasile e poi liquidato con 5 milioni di Euro a seguito di una disavventura giudiziaria.  In ogni caso resto un buon esempio di cosa succede quando si domina il corpo la voce, si supera la paura e … non si lavora sul testo. Di seguito troviamo un esempio opposto.

Qui invece vediamo Jeff Bezos, CEO di Amazon, insomma un soggetto che dovrebbe essere molto oltre la paura e l’imbarazzo di parlare in pubblico, eppure … Nei primi cinque minuti (dopo si rilassa e va un po’ meglio), appare chiuso, arriva ad abbracciarsi, parla velocissimo, non apre la bocca e articola pessimamente le parole, legge da foglietti vari e dallo schermo, insomma tecnicamente pessimo ma il testo è impeccabile.

N.B. chi volesse seguire il testo in italiano con i sottotitoli, li può attivare, il comando è in basso a destra del video.

In altre parole quando si vuole formare a parlare in pubblico è necessario lavorare su tutte le aree necessarie in contemporanea  e tenerle tra loro in equilibrio. Ogni sbilanciamento nei corsi di Public Speaking si paga ottenendo risutati scadenti.

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Articolo originale pubblicato al prima volta su formatorionline.com

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